Frazione Maletto, Carema – Rifugio Coda, Pollone
Centro
1.100 m
250 m
4.45 ore
3.30 ore
Maletto 1336 m – Alpe Druer 1760 m – Colle di Giassit 2026 m Colle della Lace 2121 – Rifugio Coda 2180 m
La tappa percorre la piacevole conca del Chiussuma, costellata di alpeggi e poi gli scoscesi pascoli dell’alta Valle Elvo, con alcuni panoramici tratti al cospetto del Monte Rosa e della Valle di Gressoney.
È opportuno partire presto per percorrere il tratto sul versante biellese in mattinata, prima che salgano nebbie dalla pianura e per evitare le frequenti precipitazioni pomeridiane.
La tappa percorre la piacevole conca del Chiussuma, costellata di alpeggi, e poI gli scoscesi pascoli dell’alta Valle Elvo, con alcuni panoramici tratti al cospetto del Monte Rosa e della Valle di Gressoney. E opportuno partire presto per percorrere il tratto sul versante biellese in mattinata, prima che salgano nebbie dalla pianura e per evitare le frequenti precipitazioni pomeridiane.
Da Maletto si segue in piano, attraverso i prati, la mulattiera per Trovinasse; at traversato un rio (Riai di Verna), in un bosco di faggi si abbandona la mulattiera (prima che inizi a scendere verso i casolari dell’Agnerezzo) per salire a sinistra nel bosco misto di betulle, costeggiando il Riai di Verna (sinistra orografica). Ci si immette così su una ripida pista forestale che sale con diversi tornanti fino ad una carrareccia: la si attraversa (spostamento di pochi metri verso ovest) e per prato a fianco del tracciato della vecchia mulattiera sale ad una bella baita in pietre ben squadrate. Il sentiero risale ora nel fitto bosco di faggi, per uscite su un panoramico costone, da cui appare la stupenda conca superiore del Chiussuma, punteggiata di Alpeggi e dominata dal Morte Roux e Mombarone, 1.00 ora. Si percorre a mezza costa il vallone solcando gli Alpeggi di Alpette 1689 m, Sapella della Brenga 1758 m e poi aggirato un costone roccione si sale ad un ripiano superiore dove sono gli Alpeggi di Druer: 0.45 ore. All’Alpe Druer si è ormai al termine della conca, dominati dal versante nord-ovest del Mombarone, sul versante opposto del rio si nota l’Alpe Balmanegra, al riparo di una roccia e non toccata dall’itinerario. Si volge verso sinistra (nord) seguendo il sentiero ora meno evidente, che si inerpica sul pascolo alpino fino a raggiungere la vasca di presa per la centralina idroelettrica dell’alpeggio Il sentieroo ora si perde ed è necessario seguire i segni sulle pietre, risalendo direttamente il pendio. Poco più in alto si scorge l’Alpe Bechera 2004 m, verso cui ci si dirige senza più problemi.
Il tratto tra l’Alpe Druer e Bechera richiede notevole attenzione in caso di nebbia e all’inizio dell’estate, quando l’erba è alta non essendovi ancora mandrie in alpeggio.
L’Alpe Bechera è già in territorio valdostano, come il vicino Colle di Giasit 2128 m, che si apre sulla Valle di Gressoney: il sentiero GTA va verso nord e passa pochi metri sotto il colle: una brevissima digressione verso la croce in legno posta sul colle è d’obbligo, per l’ottimo panorama che si apre verso il Monte Rosa. Ritornati sul sentiero si contorna a mezza costa la conca dirigendosi ad est verso il Colle della Lace (l’evidente intaglio tra il Monte Roux e la quota 2163 della cresta che scende sulla Punta Tre Vescovi); il sentiero va in leggera salita tra i rododendri, con qualche breve perdita di quota per attraversare alcuni valloncelli, Alcuni ripidi tornanti conducono infine al Colle della Lace 2121 m, da cui ci si affaccia sulle montagne del Biellese; 1.15 ore. Il colle era assai frequentato dai pastori e dai pellegrini diretti al Santuario di Oropa.
Dal Colle della Lace è possibile salire, seguendo la cresta spartacque, alla Punta Tre Vescovi e quindi alla Colma di Mombarone 2371 m, che offre un ampio pasnorama (all’inizio del secolo, quando l’atmosfera non era inquinata, era possibile vedere sorgere il sole dal mare Adriatico). Poco sotto la cima, in territorio biellese c’è un rifugio privato con servizio di alberghetto nella stagione estiva.
Dal colle si scende in pochi minuti ai ruderi dell’Alpe Lace del Vitton 2097 m (l’alpe, con due abbeveratoi di pietra datati 1847, fa parte del Comune di Lillianes, nonostante si trovi sul versante biellese). Passando in mezzo alle baite si raggiunge una mulattiera delimitata da pali in legno: si scende una scalinata, poi si prosegue in piano, tenendosi a sinistra e, tagliando in quota i pendii del Mone Roux, si raggiunge in breve una cresta erbosa: fino a questo punto si segue il vecchio sentiero della Madonna percorso ogni anno dai Canavesani che si recavano in pellegrinaggio ad Oropa. Si prosegue quindi su un sentiero tracciato recentemente che scende per breve tratto (circa 200 metri in linea d’aria), per poi proseguire in quota sotto il versante est del Monte Bechit. (Si può osservare ora tutto il percorso successivo verso nord il Rifugio Coda e alle sue spalle il Monte Mars 2600 m, con in primo piano la cresta Carisey, frequentata palestra di roccia del CAI di Biella e verso nord-est La Bocchetta del Lago 2026 me il Monte Mucrone 2335 m). Si prosegue con un tratto in salita seguito da una ripida, ma breve discesa (scalini) e si raggiunge così il punto più basso della traversata verso il Rifugio Coda (circa 2000 m). Il sentiero, ben tracciato, si alza quindi con ripide svolte fino a raggiungere la cresta spartiacque con la Valle d’Aosta, in prossimità del Colle Carisey 2132 m; 1.15 ore.( Il valico, caratterizzate da una croce in legno mette in comunicazione la Valle dell’Elvo con il Comune di Fontainemore in Val di Gressoney. Il panorama si apre, grandioso, verso il vicino Monte Rosa, Cervino e, più lontani, Monte Bianco, Griveoa, Gran Paradiso).
Si prosegue con un piacevole e panoramico tratto in cresta, prima un po’ stretto, poi più largo ed erboso fino a raggiungere il Rifugio Delfo e Agostino Coda ai Carisey, posto in posizione molto panoramica, pochi metri sotto la cresta, sul versante biellese (poco più in basso vi è un limpido laghetto); 0.30 ore.