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Quincinetto – Frazione Maletto, Carema

Tipologia percorso

Centro

Dislivello in salita

1.150 m

Dislivello in discesa

100 m

Tempo complessivo

3.45 ore

In senso inverso

2.30 ore

Quincinetto 295 m – Airale 293 m – Chianoy 1000 m – Maletto 1336 m

Piacevole tappa con cui si risale dal fondovalle della Dora Baltea, tra i vigneti del Carema, fino al pittoresco villaggio del Maletto.

Da Quincinetto Stazione F.S. si attraversa il vecchio ponte in legno sulla Dora Baltea, e si raggiunge la statale 26: la si percorre, a sinistra, per 200 m e si imbocca la mulattiera, a destra, che sale ad Airale (Frazione di Carema). Lungo una rotabile si perviene alla parte alta dell’abitato, adiacente all’impetuoso torrente Chiussuma. Attraversata la borgata si arriva ad un bivio (caratteristico ponte ad arco in pietra): lasciare a destra il ponte e risalire la mulattiera che porta alle vigne coltivate su terrazzi sostenuti da enormi muri in pietra a secco; in alto una bastionata di roccia sembra sbarrare il passo. Salendo attraverso i vigneti si può notare la cura con la quale sono coltivati (da questo nebbiolo si ricava il famoso vino DOC Carema). La mulattiera selciata è piuttosto ripida, con numerosi scalini, ed in poco tempo si guadagna il poggio dove era edificato il castello di Castruzzone (XII secolo), del quale non rimangono che pochi ruderi; 0.45 ore.

(Il castello apparteneva ai feudatari detti Ugoni i quali, oltre a riscuotere il diritto di pedaggio ai viandanti nella località Bardessa (stretto passaggio fra la Dora Baltea e una ripida parete di roccia), favorivano altresì bande di masnadieri che spogliavano del tutto i malcapitati. Il feudo fu poi conteso dal Marchese di Monferrato e dalla Chiesa di Ivrea e, dopo alterne vicende, il castello di Castruzzone crollò durante le guerre con i Francesi nel XVI secolo).

Lasciato a sinistra il castello, si scende in una conca con bei prati, unica oasi di verde in un paesaggio dirupato e brullo; si raggiungono i casolari e si sale nel fitto bosco ceduo di castagno per valicare un colle stretto fra ripidi salti di roccia, dopo un breve tratto in piano, si scende ancora fino ad incontrare la rotabile asfaltata che sale da Carema verso il Maletto; 0.30 ore. (Siamo ormai sopra l’abitato di Carema e dal sentiero è visibile tutta l’ampia conca dove è faticosamente coltivato il vitigno che fornisce il famoso nebbiolo ora la rotabile ha alleviato la fatica di trasportare il letame in alto, per le vigne più elevate mezz’ora di marcia) e l’uva in basso

Si segue per un tratto la rotabile per prendere poi la buona mulattiera che sale ripida in mezzo alle vigne e poi nel bosco ceduo di castagno. Lungo la mulattiera,

luoghi particolari all’ombra segnano le pose (soste) che si fanno quando si sale con un forte carico: Posa Dumei, l’Ariseer. Dopo numerosi tornanti si incontrano i primi prati e si raggiunge Chianoy 1000 m: 1.30 ore. (Un enorme monolito scavato funge da abbeveratoio con acqua freschissima fino aghi anni Trenta alcune famiglie abitavano tutto l’anno e funzionava una scuola elementare).

Continuando a salire, si attraversa più volte la strada rotabile e raggiunge la località Barmas, dove si passa sotto un’alta parete strapiombante costeggiando l’impetuoso torrente Caffaro. Lo si attraversa quindi su un bel ponte, e la mulattiera sale ancora, con gradini di pietra, passando accanto alle Alpi Sesia (altro abbeveratoio scavato in un monolito). Poco oltre, ad un bivio, si lascia la mulattiera principale per seguire quella a sinistra, che sale all’Alpi Maletto, presso cui già si scorge il campanile di Maletto poco distante: un breve tratto di sentiero che sale tra i prati e lungo un costone erboso conduce alle case di Maletto 1336 m; 1.00 ora. Posto Tappa Albergo Locanda Maletto

Questa amena località conserva la tranquillità degli antichi borghi alpini. La cappella è dedicata a Sant’Anna (festa solenne, l’ultima domenica di luglio); l’annesso campanile è costruito interamente con pietra locale squadrata a mano.