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Rifugio Genova – Terme di Valdieri

Tipologia percorso

Sud

Dislivello in salita

570 m

Dislivello in discesa

1.220 m

Tempo complessivo

5 ore

In senso inverso

6 ore

Rifugio Genova 2020 m – Colle del Chiapous 2526 m – Gias Lagarot 1917 m – Terme di Valdieri 1368 m

Tappa suggestiva, che percorre il fianco nord dell’Argentera, dove la severità del paesaggio fa da contrasto con l’opera dell’uomo che ha imbrigliato le forze della natura per trane energia.

È consigliabile partire dal rifugio Genova di buon mattino per due motivi principali: il primo perché in estate su queste zone la nebbia ei temporali si manifesta-no nelle ore più calde della giornata e si perderebbe quindi l’opportunità di ammirare tutto quello che il percorso offre; secondo, perché questa è una delle zone dell’Argentera tra le più frequentate dai camosci e l’ora mattutina consentirà una più fortunata osservazione.

Dal rifugio si ritorna per la pista sterrata che costeggia il lago artificiale del “Chiotas” (ex Pian del Chiotas) e ci si dirige verso le imponenti strutture della diga, si costeggia il canale di sfioramento e si discende con alcuni tornanti sulla strada asfaltata, dove si volge a sinistra seguendola per un tratto e percorrendola attraverso un breve tunnel scavato nella roccia che sboccherà nei pressi della vera e propria struttura della diga che si traverserà in direzione nord-ovest. Al termine di questa, alcune piste sterrate rimaste dopo i lavori di costruzione, non dovranno trarre in inganno; si segua la segnaletica per il sentiero, che nel primo tratto si identifica con la pista sterrata; esso si snoda poi per la prima parte tra innumerevoli giravolte in mezzo a sfasciumi, pietrame e ciuffi d’erba, sulla sinistra orografica del vallone del Chiapous. Bisognerà tener presente che all’inizio della salita verso il colle ci si trova alla stessa quota del rifugio Genova; sarà quindi necessario per questo tratto di avvicinamento, tra osservazioni sulla diga e marcia, il tempo di 1.00 ora circa. La salita al Colle del Chiapous si fa abbastanza rapidamente e non presenta difficoltà ancorché su pietraia per i due terzi dell’intera tappa. A circa due terzi della salita il sentiero contrassegnato M9 si sposta sulla sinistra orografica dove si dipartono le tracce del sentiero n. 13 per il passo del Porco. Si prosegue in direzione ovest verso il colle, su una pietraia estesa sotto cui rumoreggia tumultuoso e invisibile il torrente alimentato dallo scioglimento dei cospicui nevai che a questa quota, sul versante volto a nord, sono presenti fino a tarda estate, e fin oltre il colle sul versante opposto. Sarà quindi opportuno prestare in questo tratto particolare attenzione alla segnaletica in caso di nebbia, ed essere provvisti di calzature adeguate per l’attraversamento di alcuni nevai che peraltro non presentano pericoli data la non eccessiva pendenza della zona soggetta al transito. Questo punto offre la possibilità di ammirare nel suo complesso tutto il bacino e la ricchezza d’acqua che lo alimenta, a motivo di tutta una serie di nevai presenti nella catena di oltre tremila metri che va dalla cima del Brocan al massiccio dell’Argentera 3297 m. In prossimità del colle la pendenza si attenua e dopo un tratto di sentiero che compare e scompare sui bordi del nevaio si perviene al Colle del Chiapous 2526 m; 2.30 ore.

Non appena oltrepassato il colle, sempre su pietraia e nevai, si arriva in vista del rifugio Morelli 2430 m, raggiungibile in circa 20 minuti (segnavia n. 8). La pietraia continua, ma il sentiero prosegue ben visibile sotto il rifugio e segue costantemente la destra orografica del Vallone di Lourousa. Sulla sinistra è il massiccio dell’Argentera con in primo piano la Punta Gelas di Lourousa 3261 m, e manma no che ci si allontana e si discende la valle, l’orizzonte si allarga, il torrente come per incanto sgorga copioso dalle rocce e in prossimità di un vasto pianoro, poco a monte del Gias Lagarol a 2000 m circa; 1.15 ore l’osservazione sul massiccio sarà più completa. L’imponente Gelas di Lourousa, 900 metri di ghiacciaio circondato da pareti a picco, è una delle mete preferite dagli alpinisti, superare il bivio n. 9 che sale  al bivacco Varrone, punto di partenza per molte ascensioni.Su questo tratto la discesa si attenua temporaneamente e il sentiero si fa meno ghiaioso. Ci si lascia ora gradatamente alle spalle la fascia montana dominio delle conifere, per proseguire sul sentiero (che ora a strette giravolte si tuffa nella vegetazione del piano montano qui assai rigogliosa) in un bosco fitto e straordinariamente misto oltre che fresco e gradevole, data anche la perdita di quota che ora si comincia ad avvertire. Tra uno squarcio e l’altro della vegetazione si intravvedono i tetti dell’Hotel Royal di Terme di Valdieri che si raggiungerà assai rapidamente. Il sentiero sbuca sulla strada asfaltata a due passi dalle Terme; 1.15 ore. Si entra nel complesso  delle Terme, il Posto Tappa Rifugio Escursionistico Casa Savoia è situato dopo il Gran Hotel.  .

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