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San Magno – Celle di Macra

Tipologia percorso

Sud

Dislivello in salita

600 m

Dislivello in discesa

1.100 m

Tempo complessivo

5.15 ore

In senso inverso

6 ore

S. Magno Frazione Chiappi 1761 m – Monte Crosetta 2194 m – Grange Serra 2232 m Celle di Macra 1270 m

Itinerario tra i più piacevoli della Gta nelle Alpi Cozie: attraversati i pascoli dell’alto Vallone di Narbona, segue un aperto e panoramico costone che dapprima separa Val Grana e Val Maira poi, fattosi boscoso, i valloni di Celle e Paglieres.

Itinerario tra i più piacevoli della Gta nelle Alpi Cozie: attraversati i pascol dell’alto Vallone di Narbona, segue un aperto e panoramico costone che dap- prima separa Val Grana e Val Maira poi, fattosi boscoso, i valloni di Celle e Paglieres.

Dal Posto Tappa salire fino al piazzale del Santuario si imbocca il sentiero che inizia presso la fontana e risale tra i pascoli, verso nord. Raggiunta una carrareccia, la si segue per breve tratto fino ad un tornante: qui si riprende il sentiero che sale il ripido pendio con alcuni brevi tornanti a monte dell’ultima casupola. Man mano che si innalza, il sentiero poggia verso destra e si inoltra nella magnifica prateria che sovrasta il Santuario, con ampio panorama sulla valle, ricca fioritura e presenza di una numerosa colonie di marmotte. Dove il terreno si fa pianeggiante, si abbandona il sentiero che prosegue verso destra per risalire il prato verso nord-est percorrendo una specie di trincea erbosa (sorgente sotto il sentiero, a destra). Un’ultima breve salita a tornanti conduce alla panoramica dorsale del M. Crosetta, 2194 m; 1.15 ore.Il nome del Monte Crosetta probabilmente è dovuto ad una tradizione religiosa. I pellegrini che dalla Val Maira si recavano al santuario di S. Magno in occasione della festa erano soliti portarsi una piccola croce in legno: essa veniva piantata sulla dorsale dopo di che l’ultimo tratto veniva percorso in processione, intonando canti e preghiere. Gli anziani di Celle di Macra ricordano di aver essi stessi ancora praticato tale consuetudine. Si discende un po’ nel Vallone dei Cross o di Narbona, con percorso a mezza costa verso nord-ovest, su terreno cespugliato (ontani e rododendri). Raggiunto quasi il fondovalle a quota 2100 circa, si risale verso nord per pascoli (sorgente), si passa presso le Grange Martini su traccia inerbita e si perviene allo spartiacque con la Val Maira, dove sorgono le Grange Serra, 2232 m; 1 ora. Qui la vista si apre sull’ampia conca pascoliva delle Grange del Tibert, suggestiva per bellezza naturale: a sinistra si erge il sistema formato dalle due cime del M. Tibert (2647 m) e della Punta Tempesta (2679 m) intervallate dal Colle Intersile (2516 m), importante collegamento fra le Valli Maira, Grana e Stura; a destra la cresta si prolunga fino alla Rocca della Cernauda (2284 m), separa il Vallone di Celle da quello di Paglieres, e su cui si svolgerà un piacevole tratto del percorso (poco lontano verso est sorgente). Presso il Monte Bastia (2134 m) il sentiero transita attraverso una strettoia detta il “pertus” che nelle giornate limpide inquadra, nel prospicente Col Birrone, il Monte Rosa; si scende quindi sul costone fino ai Fumei 1801 m, modesta sella con alcune grange (sulla sinistra un sentiero pianeggiante conduce  in 100 m ad una fontana); 1.30 ore. Una curiosità meteorologica: i Fumei sono spesso offuscati da nebbie e vapori, cui probabilmente devono il nome; il fatto è spiegabile, trattandosi dei primi contrafforti sui quali l’aria calda e umida del piano si scontra con le frescure della montagna; tale microclima è stato sfruttato per un piantamento di abete rosso sopra Castellaro, che ha dato ottimi risultati. Passata accanto ad una baita accostata alla roccia, la mulattiera taglia a mezza costa il fianco orientale dell’erboso monte Sociù e, attraverso l’alternarsi di ripidi pascoli e boschi ora anche di faggio, tocca le baite 1743 m e arriva ad un ameno colletto a 1573 m, dove ci si affaccia nuovamente sulla conca di Celle. Verso nord si estende il Piano della Colla, ampio e morbido rilievo quasi pianeggiante. La mulattiera scende ora sul versante di Celle, tra lariceti radi e prati incolti e giunge a Castellaro, 1451 m; 1 ora.

La borgata merita una breve sosta: al centro dell’abitato spicca ancora il frontale del castello (da cui il nome Castellaro) ornato da una elegante bifora a lato della quale si nota una pietra verde scolpita con gusto. Particolarità del castello e di un’altra casa di Castellaro è quella di avere il muro di facciata fatto a “vela”. cioè sporgente sopra il livello del tetto, e culminante orizzontale con una sua copertura in lose: si tratta di due esempi dei rari edifici signorili ancora esistenti in queste valli.

Da Castellaro non si segue la carrozzabile, ma la vecchia mulattiera che, tra boschetti e terreni purtroppo non più coltivati, scende alla Borgata Chiesa 1270 m, capoluogo del Comune di Celle Macra; 0,30 ore. Posto Tappa Albergo Locanda Maraman Da notare appunto la chiesa, fiancheggiata da un bel campanile romanico e che custodisce uno splendido polittico in dieci scomparti del 1496, attribuito al “Maestro d’Elva”. Altra pregevole opera quattrocentesca sono gli affreschi che ornano la cappella di San Sebastiano, poco distante, sulla carrozzabile per Serre.

 

 

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