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San Giovanni di Andorno – Rifugio Rivetti

Tipologia percorso

Nord

Dislivello in salita

1800 m / 1.200 m

Dislivello in discesa

600 m / 150 m

Tempo complessivo

7.20 ore / 4.20 ore

In senso inverso

5.30 ore / 3.15 ore

San Giovanni d’Andorno 1020 m – Ponte Concresio Rosazza 882 m – Desate 1101 m – Selle di Rosazza 1450 m Piedicavallo 1037 m – Rifugio Rivetti 2201 m

oppure

San Giovanni d’Andorno 1020 m – Ponte Concresio – Rosazza 882 m – autolinea 340 – Piedicavallo 1037 m – Rifugio Rivetti 2201 m

Tappa assai varia attraverso la Valle Cervo, con una lunga salita finale per raggiungere il rifugio; per limitare la fatica ed evitare una salita sotto it sole pomeridiano, si può utitizzare l’autolinea tra Rosazza e Piedicavallo (rinunciando alla salita alla Sella) oppure prevedere un pernottamento intermedio negli alberghi dei centri di fondovalle.

San Giovanni d’Andorno 1020 m – Ponte Concresio – Rosazza 882 m-autolinea 340 – Piedicavallo 1037 m – Rifugio Rivetti 2201 m dislivello in salita: 1200 m dislivello in discesa: 150 m. tempo complessivo; 4.20 ore in senso inverso: 3.15 ore

Tappa assai varia attraverso la Valle Cervo, con una lunga salita finale per rag giungere il rifugio; per limitare la fatica ed evitare una salita sotto il sole pome- ridiano, si può utilizzare l’autolinea tra Rosazza e Piedicavallo (rinunciando alla salita alla Sella).

Usciti dal Santuario e percorsi una cinquantina di metri sulla rotabile ci si imbatte in una caratteristica stele di pietra che segna un bivio con incise nella pietra del basamento le due destinazioni: la rotabile scende alla sinistra ma il percorso GTA segue la più piacevole mulattiera sulla destra (segnavia E29). Dopo circa quattrocento metri si incontra una cappella con due alti porticati dedicata a Maria Maddalena, ultima delle cinque cappelle scaglionate ai tornanti della bella e comoda mulattiera che da Campiglia sale a San Giovanni. Qui c’è un bivio a destra, contrassegnata con E23 la mulattiera detta “la stra ‘d ourtüsc” da cui con il servizio di autolinea si può risalire a Rosazza e a Piedicavallo (0.30 ore da S. Giovanni a Campiglia).

A sinistra si segue invece la vecchia mulattiera, ridotta a sentiero (E29), percorrendo il versante destro orografico della valle del Cervo, conosciuto dalle genti della valle come “banda veja”; si tocca la cappella dell’Immacolata, costruita dagli abitanti della frazione Ondini – (punto panoramico sul retro della cappella cui si ammirano le frazioncine ed i gruppi di case costruite sul versante assolato della valle); quindi si scavalca il Rio Ondini, raggiungendo cosi la frazione Ondini. Attraversata la frazione ci si immette sulla rotabile asfaltata che dopo circa settecento metri incrocia presso il Ponte Concresio la strada provinciale che da Biella sale a Piedicavallo. Dal Ponte Concresio si noti la strettoia o gola che incassa il torrente Cervo tra due rive di dura roccia. La gola continua a monte descrivendo un angolo quasi retto verso sinistra: questo tratto di gola si può osservare dal ponte del cimitero, che si stacca dalla strada principale per Rosazza pochi metri più avanti, si prosegue quindi sulla strada per Rosazza, tra le prime case di questo importante centro della Valle Elvo, fino ad attraversare il ponte sul torrente Pragnetta: 0.50 ore da S. Giovanni.

 

Da Rosazza 882 m è possibile utilizzare l’autolinea fino a Piedicavallo, riparmiando cosi le tre ore di cammino del percorso Rosazza-Desate-La Sella-Piedicavallo, approfittandone magari per visitare con calma il centro di Rosazza, ricco fra l’altro di testimnianze dell’ottocentesca passione del sen. Rosazza per torri e castelli “neomedioeval

Al di là del ponte di Pragnetta occorre abbandonare la strada selciata che attraversa il paese per svoltare a sinistra sulla strada che costeggia la riva del torrente Pragnetta (avendo sulla destra un castello) sino al piazzale per il parcheggio delle auto; lo si attraversa in direzione della testata del vallone di Pragnetta, ove si ergono il Camino, la Punta della Barma, la Punta del Lei Long ed i versanti della Gragliasca, si imbocca quindi una bella mulattiera ben lastricata (segnavia E30). Lungo la mulattiera, ora più vicina, ora più lontana, costeggia il rio Pragnetta tra levigati massi.

Scavalcato con facile guado questo affluente, sulla destra appare tra gli alberi ed i pascoli il piccolo svettante campanile della frazione Desate 1101 m. Bisogna a questo punto fare attenzione per effettuare una svolta verso destra (segnavia E32 e GTA) e salire per aperto pascolo sino alla borgata, ora abitata solo più d’estate. La si attraversa seguendo le numerose indicazioni Usciti dalla frazione, si riprende il sentiero che continua a svolgersi nel rado bosco con serpentine varie, su una dorsale secondaria, e poi riattraversa il torrente Arial ad Jore. Si risale per pascolo lungo la sponda sinistra orografica del rio e poi si effettua una traversata verso destra su ben lastricata mulattiera che si svolge su una pietraia; si riprende per breve tratto il filo della dorsale secondaria alla sinistra orografica dell’Arial ad Jore sino a quota 1350 circa, per poi attraversare con leggerissima pendenza il versante che domina il vallone del Pragnetta, con direzione nord-est. Uscendo dal rado bosco, si tocca una sorgente, alcune baite denominate cascine Vernetto, e quindi si raggiunge la depressione 1450 m circa che immette nel vallone che domina Piedicavallo; 1.45 ore.

Il luogo è assai ameno e panoramico: poco più in alto (1481 m) verso ovest, si erge la chiesetta della Madonna della Neve, con un porticato, mentre verso est vi è un cocuzzolo con il palo attorno a cui il 4 agosto di ogni anno – vigilia della festa della Madonna della Neve – vengono accesi i falò. Dal cocuzzolo si notano le sottostanti baite della Sella, fatiscenti per l’abbandono. Splendidi i panorami, su tutta la Valle del Cervo e sugli spartiacque con le valli di Gressoney, la Val di Rassa, la Val Sessera e la Valle Oropa. Proprio di fronte verso nord-est la Valdescola e la Cima di Bo 2556 m, mentre verso nord si nota la punta Tre Vescovi 2501 m, sotto cui si trova il Rif. Rivetti, meta della tappa.

Dalla depressione tra la chiesetta ed il cocuzzolo il sentiero E40 scende, sul versante di Piedicavallo, sino alle citate baite delle Selle di Rosazza, lasciandole alla destra; all’altezza dell’ultima fa una conversione in direzione ovest, percorrendo i fianchi della conca del Gervas e abbassandosi quindi con diversi tornanti nel fitto bosco ceduo. Attraversato il torrente La Coda ne costeggia per breve tratto l’alveo e, avendo alla sinistra le baite La Coda 990 m, entra nella faggeta in direzione nord-ovest sino ad arrivare al caratteristico ponte a schiena d’asino detto “Pount ad la coua” che scavalca il torrente Cervo. Al di là del ponte vi è il Parco Janutolo, e si è ormai a Piedicavallo 1037 m, 1.15 ore. Può essere interessante una visita del caratteristico centro, ma è un’opportunità soprattutto per chi ha utilizzato il mezzo pubblico da Rosazza; resta infatti da percorrere ancora la lunga salita fino al rif. Rivetti.

Dal Parco Janutolo, lasciata a destra la rotabile della circonvallazione e raggiunta una piazzetta si trascura sulla sinistra la mulattiera che sale al Colle della Vecchia, ed a destra la via centrale che attraversa il paese, per salire verso monte su una via ben selciata, tra case ed orticelli, e si attraversa quindi il torrente Mologna, al primo bivio tra le case sulla sponda sinistra orografica si prende la stradina in salita (sinistra) che poco oltre, tra le ultime case del paese, incrocia la mulattiera proveniente dalla piazza della chiesa parrocchiale di Piedicavallo, su cui ci si avvia (sinistra). Lasciate le ultime case del paese, la mulattiera E60 passa a valle dell’antico mulino; poco oltre entra nel rado bosco costeggiando dall’alto il torrente con il suo alveo scavato nella roccia e costellato di massi. Dopo una cappella molto mal ridotta ed una scorciatoia con cui si attraversa un vecchio pascolo ormai abbandonato, si perviene alla frazione Montà 1250 m circa, “un suggestivo gruppo di case rustiche, costruite proprio sull’orlo del pianoro morenico. Alla borgata termina la strettoia della valle del Mologna che ora si apre all’occhio ed al panorama, la mulattiera prosegue sul ver sante sinistro orografico in leggera salita lasciando alla sinistra la mulattiera (E61) che conduce alla vicina frazione Piane, sull’altra riva del Mologna. La mulattiera E60 prosegue a fianco del Mologna, guada alcuni rii, sovente quasi secchi, e passa accanto ad un casotto per l’acquedotto di Piedicavallo lasciando a destra il sentiero E64. Si passa quindi il caratteristico torrione denominato “La Mitria” dove si trovano alcune brevi vie di arrampicata, e si lascia alla destra il sentiero che porta in pochi minuti all’imponente fabbricato denominato “nistoro Olimpia 1539 m. La mulattiera, dopo aver toccato altri casotti per l’acqua pota bile, raggiunge le baite dell’Anval superiore 1634 m: 1.45 ore.

Lasciata a sinistra la mulattiera E65 si prosegue per più erta salita sino a raggiungere il pianoro dove si trova l’Alpe Pianel 1743 m con fabbricati ormai ridotti in cattivo stato ma interessanti per l’abile struttamento dei ricoveri sotto massi e balme. Qui si traversa il greto del Mologna risalendo quindi con numerosi tornanti il ripido versante destro orografico della valle, fino ad incontrare una sorgente e più in alto l’Alpe Lavazel 2048 m, un alpeggio protetto da un caratteristico poderoso paravalanghe, posto su un buon ripiano pascolivo sovrastato dagli sfasciumi dei Gemelli della Mologna. In tale ambiente, ormai tipicamente alpestre, si svolge l’ultimo tratto di sentiero che in leggera continua salita verso nord porta in breve al Rifugio Rivetti 2201 m,: 1.45 ore.

 

 

 

 

 

 

 

 

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