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Sambuco – San Magno Frazione Chiappi

Tipologia percorso

Sud

Dislivello in salita

1.330 m

Dislivello in discesa

750 m

Tempo complessivo

6.15 ore

In senso inverso

5.30 ore

Sambuco 1184m – Colle di Valcavera 2416 m – Colletto 2511 m – San Magno 1761 m

Dalla valle Stura di Demonte si passa nella Val Grana attraverso il selvaggio Vallone della Madonna e poi per gli ampi pascoli di Chiaffrea, Bandia e Fauniera; importante partire all’alba per poter percorrere la prima parte della salita quando é ancora in ombra.

A Sambuco ci si porta presso la chiesa e qui si imbocca la carrareccia che passa davanti ad una segheria e poi si inoltra nel suggestivo Vallone della Madonna: si lascia a destra un primo ponticello in legno (mulattiera che conduce a Chiardo- letta) e si attraversa un secondo ponte, dove la carrareccia termina. Si imbocca la mulattiera P.34 che risale il vallone, costeggiando dapprima il torrente, poi guadagnando quota, mentre il vallone si fa più dirupato, Si taglia una pendice un po’ franosa (possibilità di notare ammoniti o altri fossili) e sulla sinistra la ripida parete delle Rocce Bianche sembra sbarrare il vallone: invece il sentiero, con alcuni saliscendi e brevi tornanti in mezzo a radi esemplari di pino silvestre ed una ricca fioritura di lavanda e di digitale, si inoltra nella stretta gola lasciando in basso una profonda gorgia in cui rumoreggia il torrente ed una bella cascata. Superata la strettoia, si risale presso il torrente con alcuni tornanti in mezzo a grossi pietroni e radi larici, mentre il paesaggio si allarga a ventaglio in numerosi valloni secondari. Una breve salita porta al Glas delle Mure 1831 m, posto su una sella erbosa compresa tra i rii che scendono dalla Val Chiaffrea e dal Vallone degli Spagnoli; 2.00 ore. Una baita ben conservata col tetto in lamiera ed un pilone votivo caratterizzano questo ameno poggio erboso. A monte della baita il sentiero poggia a sinistra (cespugli di ontano) e con percorso ora meno ripido si inoltra nelle vaste distese prative della Val Chiaffrea, passando a fianco del Gias Sale 1969 m. Tagliata una pietraia, la valle si allarga in meno ripidi pendil pascolivi e la mulattiera conduce alla diroccata Grangia Bastiera 2067 m (utile rifornirsi di acqua alla fontana a valle dei ruderi). Si prosegue sempre tra i pascoli, a mezza costa sulla sinistra orografica del vallone, che si amplia ancora. Aggirato sulla destra un rilievo roccioso si perviene nel pianoro dove sorge il Gias Chiaffrea 2272 m. Lasciando a sinistra il Gias, servito da una strada che proviene dall’alto, si volge a destra (est) seguendo i numerosi segnavia rossi che conducono a un sentiero, su cui si risalgono per 100 m di dislivello le pendici pascolive sino a incontrare una strada militare; la si segue in salita (destra) e, dopo un tornante e una strettoia tra le rocce, si giunge al Colle di Valcavera 2416 m, da cui ci si affaccia nel vallone dell’Ar- ma; 2.00 ore. La zona, popolata di marmotte, presenta caratteristiche fosse a imbuto dovute a fenomeni di dissoluzione di formazioni gessose (si tratta di gessi e anidriti, dovute a evaporazione di antiche lagune salmastre). Si lascia sulla destra la strada che scende nel vallone dell’Arma, per seguire quella che va a mezza costa verso nord-est; il tratto di strada, per nulla faticoso, consente di ammirare la ricca flora della zona e poi il pietroso vallone dei Morti. Passata una strettoia la strada giunge in breve al Colletto di Fauniera 2511 m, detto anche Colle del Morti o Passo del Mulo; 0.30 ore Poco prima del colle si può imboccare un sentiero sulla sinistra che conduce ad una cappella sovrastante il colle, da cui si gode un buon panorama sul gruppo dell’Argentera e sulle montagne circostanti: Vallone dell’Arma a sud, la Val Maira (Vallone di Marmora) a nord-ovest e la Val Grana a nord-est; il sentiero scende verso nord e riconduce subito sulla strada, che dopo breve tratto giunge al Colle del Vallonetto, 2447 m, aperto tra il Vallone di Marmora e la Val Grana (est). La strada divalla ora in Val Grana con ampi tornanti, che si evitano imboccando il sentiero sulla destra che attraverso una dolce zona pascoliva con diverse sorgenti, scende al rifugio Fauniera, situato presso la Fonte Negra, dove da rocce quarzitiche nasce il torrente Grana. La mulattiera, tagliando alcuni tornanti della militare, passa accanto a casermette diroccate e al Gias Fauniera, 2191 m; poi si abbassa lungo il costone, attraversa un torrente, e prosegue a mezza costa sulla destra orografica della valle, dominata dalla bastionata rocciosa del Parvo. Più in basso il sentiero incrocia la strada militare (presso un ponte della stessa) e in mezzo ad ampie praterie ne taglia un largo tornante; ad un altro ponte della strada si attraversa su di esso il torrente, portandosi sulla sinistra orografica della valle; si lascia ancora per breve tratto la strada per passare alle baite del Parvo 1958 m; poi si prosegue lungo la strada per meno di 2 km giungendo cosi, dopo aver superato il vallone del Sibolet, al santuario di San Magno 1761 m; ed al Posto Tappa in Frazione Chiappi Albergo Locanda La Meiro,1.45 ore.

 

 

 

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