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Frazione Villaretto, Usseglio – Frazione Cornetti, Balme

Tipologia percorso

Centro

Dislivello in salita

1.400 m

Dislivello in discesa

1.250 m

Tempo complessivo

7.15 ore

In senso inverso

7.00 ore

Usseglio 1265 m – Colle di Costa Fiorita 2500 m circa – Passo o Ghicet Paschiet 2435 m – Balme 1450 m

La salita al Colle di Costa Fiorita si effettua nel selvaggio e suggestivo vallone di Venaus. Il sentiero, inutilizzato da anni e recuperato dalla GTA, si inerpica su ripidi costoni erbosi epoi su pietraia. È  quindi fondamentale seguire la traccia di sentiero, poiché l’erba è molto scivolosa, soprattutto quando è bagnata e quando è alta e secca (agosto, settembre); nei tratti su pietraia fare attenzione e non scaricare pietre su eventuali escursionisti sottostanti.

Da Villaretto si segue verso valle la carrozzabile, si supera il ponte sul rio Venaus che scorre tra due muraglioni: presso il secondo e cioè quello sulla sinistra orografica (pilone votivo) si imbocca una traccia di strada che sale verso nord costeggiando il muraglione.

Dove il vallone, selvaggio e dirupato, si restringe, il sentiero inizia a salire ripido sul suo fianco sinistro orografico, dominando il torrente tra cespugli di ontani il sentiero diventa ben presto mulattiera a tratti selciata e con gradini e più in alto si arricchisce di rododendri, betulle e larici.

A quota 1630, 1.20 ore si incontra un bivio e si prosegue a destra, continuando ancora a salire fino ad uscire dal bosco; si lascia a sinistra una diramazione in discesa e si prosegue sul sentiero di destra che continua in direzione nord con un lungo mezza costa, dapprima quasi pianeggiante, poi in leggera salita, attraverso il ripido fianco della montagna ricoperto di rododendri e solcato da numerosi avvallamenti.

Dopo aver attraversato il canalone principale dal quale scende un torrentello emmissario del rio Venaus, il sentiero riprende a salire con tornanti su ripidi prati raggiungendo il Pian Venaus 2000 m circa; 1.00 ora e lasciando sulla sinistra una caratteristica formazione rocciosa (1925 m).

Chi effettua la traversata in senso opposto, deve prestare molta attenzione a non oltrepassare il punto di attraversamento del canalone principale: da Pian Venaus si segue il sentiero che si abbassa in direzione sud sui ripidi prati e, giunti poco sopra il punto di attraversamento del canalone, si svolta decisamente a sinistra e si raggiunge il centro del canale con una breve traversata a sinistra.

Si attraversa l’ampio ed erboso Pian Venaus al centro in direzione nord lasciando a destra i ruderi di alcuni antichi ricoveri usati un tempo dai minatori impiegati nelle miniere di amianto della zona. Si continua a salire in direzione nord e poi con un lungo mezza costa sul ripido versante sinistro idrografico del vallone, sino a raggiungere una evidente selletta posta su una spalla erbosa a quota 2200 circa (ometto segnavia); 0.40 ore Si prosegue a destra sul sentiero pianeggiante che taglia a mezza costa la spalla erbosa e si raggiunge il canalone che sale verso il Colle di Costa Fiorita. Ora il vallone, dominato dalle incombenti pareti della Torre d’Ovarda, si fa più ampio. Si prosegue in direzione nord prima su ripido terreno erboso e poi su pietraia (ometti segnavia) sino a raggiungere il colle a quota 2500 circa, che appare come la massima depressione della lunga e pianeggiante cresta della Costa Fiorita, posta alla base della cresta rocciosa sud-est della Punta Orientale della Torre d’Ovarda; 1.00 ora. Il nome deriva dall’eccezionale fioritura, soprattutto di rododendri, che presenta il panoramico luogo all’inizio dell’estate, in piacevole contrasto con il selvaggio ambiente del sottostante vallone di Venaus. Sul colle è stato eretto un ometto segnavia con una caratteristica pietra con incisioni eseguite dai pastori, Dal colle si scende in direzione est seguendo il sentiero che si snoda fra pietraie e magri pascoli sino a raggiungere il piano erboso a quota 2263; 0.30 ore, attraversato da un corso d’acqua e caratterizzato da un grosso masso al cui riparo sorgono i ruderi di una baita: qui si incontra la mulattiera EPT 128 che conduce da Lemie al Passo Paschiet. Si risale la mulattiera in direzione nord-ovest raggiungendo in breve il Passo Paschiet. Si risale la mulattiera in direzione nord-ovest raggiungendo in breve il Passo o Ghicet Paschiet 2535 m; 0.30 ore., che si apre sulla Valle di Ala; nei pressi vi sono diverse incisioni rupestri effettuate nei tempi antichi da pastori del luogo.

Per chi effettui la traversata in senso inverso: dal Passo Paschiet si scende sulla mulattiera EPT 128 sino a raggiungere in 20 min. il piano a quota 2263. Qui si abbandona la mulattiera (che dopo aver attraversato il piano in direzione sud-est continua a scendere verso Lemie), si svolta a destra aggirando il grande roccione con i ruderi della baita, si attraversa il corso d’acqua e si inizia la risalita seguendo il sentiero che in direzione ovest raggiunge il Colle di Costa Fiorita 2500 m. In caso di nebbia o pioggia è comunque consigliabile scendere a Lemie sulla mulattiera EPT 128 e poi risalire da Lemie a Usseglio (8 km) sulla carrozzabile, poiché la perdita del sentiero nel vallone di Venaus porrebbe gravissimi problemi.

Dal Passo Paschiet si scende sul sentiero EPT 214 sulla destra del vallone compreso tra la Torre d’Ovada a sinistra (area di ripopolamento di stambecchi) e la Punta Golai a destra pervenendo, tra terreni con molte piante di genziana maggiore, al ripiano dove si trovano i Laghi Verdi. In prossimità del lago superiore 2154 m, che si costeggia sulla sponda orientale, si possono osservare affioramenti di rocce rossastre, contenenti interessanti cristalli di granato (rossi) ed epidoto (verdi), assai comuni nel vallone di Paschiet (per questo motivo la zona è da sempre molto battuta dai cercatori di minerali). Dalla zona dei Laghi Verdi si ha una splendida veduta del vasto e ripido versante settentrionale della Torre d’Ovarda, limitato a destra dal lungo e incassato canale che culmina con il Colletto del Canalone Rosso. Sorgeva qui il Rifugio S.A.R.I di cui sono ancora visibili le macerie (ora vi è il Bivacco Gandolfo 2301 m). Passato sulla sponda occidentale del lago inferiore, il sentiero s’abbassa su un terreno coperto da bassi cespugli e da rododendri, pervenendo nel vallone che scende dal Colle del Vallonetto, in un punto situato un poco a monte dell’Alpe Pian Buet 2006 m, in prossimità di una presa d’acqua. Il sentiero prosegue la discesa nel sopraddetto vallone e con diverse svolte va a raggiungere una radura dove vi è un bivio: trascurata la diramazione di sinistra per l’Alpe Paschiet, si prosegue su quella di destra che mantenendosi sempre sulla destra orografica del rio Paschiet, tra pascoli e radi larici, oltrepassa due casolari ed a circa 1700 m di quota, poco prima di una breve risalita, passa nei pressi di una caratteristica ed evidente cava di lose. Ancora non tanti anni fa tali lastre di pietra venivano trascinate d’inverno su slitte fino al paese ed utilizzate per la copertura dei tetti. Il sentiero tocca l’Alpe Pian Salè 1580 m, percorre un ampio pascolo nei pressi di una grande roccia montonata e quindi attraversa il torrente (portandosi cosi sulla sua riva sinistra) su una passerella sita vicino ad un enorme masso erratico sotto il quale è annidato un alpeggio. Poco dopo si passa presso la borgata I Frè 1495 m; al toponimo, che significa i fabbri, deriva dall’antico insediamento di minatori provenienti dalla Valsesia, di cui resta testimonianza nelle abitazioni del Cinquecento.

Da qui per la strada asfaltata tra alberi di maggiociondolo, si giunge in breve alla frazione Cornetti dopo la piazza continuare per la strada e dopo circa 200 m. si trova a sinistra il Posto Tappa, Rifugio Escursionistico Les Montagnards; 2.15 ore.