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Pontebernardo – Chialvetta

Tipologia percorso

Anello

Anelli

Anello delle Valli Stura Maira

Dislivello in salita

1.300 m

Dislivello in discesa

1.120 m

Tempo complessivo

6.45 ore

In senso inverso

5.45 ore

Pontebernardo 1322 m – Servagno 1736 m – Passo di Rocca Brancia 2620 m – Passo della Gardetta 2437 m – Prato Ciorliero 1950 m – Chialvetta 1494 m

La tappa Pontebernardo-Chialvetta, che realizza il passaggio dalla Valle Stura alla Valle Maira, pur essendo considerevolmente lunga e con buon dislivello, risulta abbastanza agevole per le moderate pendenze e assai piacevole per la varietà, la bellezza e l’interesse dei luoghi che attraversa.

Partendo (di buon mattino!) da Pontebernardo si percorre verso monte la statale del Colle della Maddalena per circa 3 Km, superando l’aspra stretta delle Barricate, naturale porta di chiusura tra l’Alta e la Media Valle Stura. Una galleria sostituisce il tracciato stretto e tortuoso che percorre il fondo della gola tra pareti strapiombanti che mettono a nudo, con le contorte stratificazioni della roccia calcarea, il tormento geologico di questi terreni. Sulla parete sinistra (orografica.) della stretta, si sviluppano alcune difficili vie alpinistiche e si osserva la pittoresca cascata che nell’inverno gela ed è stata risalita, nel suo percorso di ghiaccio pressochè verticale.

Superata la stretta e i due tornanti successivi, si lascia la rotabile imboccando a destra una carrareccia che in un quarto d’ora di moderata salita in senso inverso a quello della vallata porta a Serre 1496 m; 1.00 ora (due grandi case ristrutturate tra le quali zampilla una fontana). Di qui ha inizio un sentiero che serpeggiando tra magro bosco e cespugli spinosi risale il pendio a monte di Serre, giungendo in 0.40 ore all’antico villaggio di Servagno 1736 m, completamente distrutto, che alza le sue rovine su un poggio con bella vista sugli abitati di Prinardo e di Bersezio e sulle pendici boscose di Monte Le Lose percorse dagli impianti di risalita e dalle piste sciistiche della stazione invernale di Bersezio. Nei tempi passati era questo un centro importante per gli ampi pascoli dell’alta valle e come punto di partenza della mulattiera che collega l’Alta Valle Stura e la Media Valle Maira attraverso il Colle di Servagno e il Colle del Preit.

Dalle rovine di Servagno il sentiero prosegue a mezza costa sulla destra orografica del vallone di Servagno, alto sul rio omonimo che spumeggia al fondo di gole e frane. Proseguendo verso la testata del vallone, su pendii più dolci ed aperti, si giunge ad un gias 1945 m, 0.35 ore da destra proviene il sentiero che valica la Montagnetta e scende a Pietraporzio. Continuando nel vallone di sinistra a quota 2.100 il sentiero si biforca; si trascura il ramo di destra che prosegue per il Colle di Servagno, e si continua la salita verso nord, imboccando l’ampia Fonda dell’Oserot, fiancheggiata sul lato destro orografico dai rilievi rocciosi della omonima cima.

Il nostro sentiero percorre di qui tutta l’ampia Fonda dell’Oserot, serpeggiando tra dossi, conche e valloncelli, con dolce ma continua pendenza. Passa a fianco di un gias e a quota 2320 raggiunge il lago dell’Oserot, di forma falcata, con due insenature verso valle, 2328 m; 1.15 ore: lo lascia sulla destra un po’ più in basso, tocca un altro laghetto alimentato da una sorgente e prosegue verso il Colle di Rocca Brancia, che chiude in fondo il vallone ed è preceduto da un fortino. Salendo si nota, sulle alte pietraie di destra (lato nord-est della Fonda) un’altra casermetta sotto il Passo Bernoir; sulla sinistra (versante ovest della Fonda) si susseguono le cime rocciose del nodo dell’Oserot e sul fondo, a ovest del passo di Rocca Brancia, incombono le diroccate pareti della rocca omonima.

Al termine della Fonda dell’Oserot si raggiunge la strada militare della Bassa di Terra Rossa che qui si biforca: il ramo di sinistra raggiunge, con alcuni tornanti Colle dell’Oserot; quello di destra, con breve percorso verso est, perviene al Passo di Rocca Brancia 2620 m; 1.00 ora. Lontano compare l’alta piramide del Monviso. La strada, spesso interrotta da frane, prosegue in lieve discesa, con un am plissimo semicerchio, verso il Passo della Gardetta 2437 m, 0.40 ore, contornando la Fonda di Rocca Brancia (si può anche discendere con un sentiero nella Fonda, per risalire al Passo della Gardetta, nei pressi di una piccola casermetta super4ando una trentina di metri di dislivello).

Dal Passo della Gardetta, valico assai importante di passaggio verso la Valle Maira, si gode uno splendido panorama: subito a sinistra (nord-est) incombe la mole di Monte Cassorso; in basso, verso est, l’ampio altopiano della Gardetta, con resti di ricoveri militari e la strada militare che con lungo e serpeggiante tracciato, sempre in quota, perviene al lontani pascoli della Bandia e del Colle di Valcavera, in testata del Vallone dell’Arma, che scende a Demonte. La strada prosegue ancora dal Colle di Valcavera verso il nodo del Mulo e il Colle di Esischie, dal quale si scende al Santuario di San Magno in Valle Grana, e a Canosio in Valle Maira. I pascoli della Gardetta continuano nell’altipiano della Bassa di Margherina, ai piedi dell’ardita parete rocciosa della Rocca La Meja che, dal Passo della Gardetta, appare come un alto picco pressoché isolato dai terreni erbosi della Margherina. A sinistra della Rocca La Meja, sempre per chi guarda dalla Gardetta, si indovina l’inizio del vallone che scende al Preit e a Canosio, anch’esso per- corso da una strada militare. L’orizzonte è assai ampio estendendosi dalle lontane Cime Tempesta e Tibert, all’estrema sinistra, alla massiccia piramide di Rocca La Bianca, a Monte Omo, a Cima Bodoira, per chiudersi a destra sulla cresta rocciosa che separa la Fonda dell’Oserot da quelle della Gardetta e di Roccaw Brancia.

Dal passo della Gardetta la mulattiera scende verso nord ovest su Prato Ciorliero 1950 m, nell’alto Vallone di Unerzio; 0.50 ore Lasciando il Passo, dopo un breve tratto di terreno gessoso si attraversa una linea di fortini con avanzi di reticolati e si perviene in pochi minuti ad una zona di sorgenti, dalla quale iniziano i pascoli che degradano su Prato Ciorliero. (Si può seguire la mulattiera sul lato destro orografico del vallone o percorrere i pascoli al centro del vallone).

Di qui si vede, di fronte, l’alta parete dell’Oronaye e i pinnacoli di Monte Freid; sulla sinistra il monte e il colle della Scaletta, che sovrastano (sull’opposto versante di Valle Stura) i laghi di Roburent. II Colle della Scaletta è raggiunto da una mulattiera, di cui si vede bene la parte bassa al di sopra di Prato Ciorliero, con una caserma a metà costa sotto il Colle dell’Escalon. Su un lato del bel pascolo pianeggiante di Prato Ciorliero si trova una vecchia caserma ora adibita nell’estate ricovero di bestiame e si incontrano le rovine dell’antica Grangia Resplendino. Un pilone segna il passaggio verso l’ampia valle e l’inizio della carrareccia militare. Proseguendo la discesa tra pochi larici, dopo pochi minuti si valica il torrente, giungendo al punto (quota 1829) ove si stacca la mulattiera che porta ai Colli della Scaletta e dell’Oserot. Sulla destra di chi scende si nota un fortino sulle ultime pendici del Monte Lamburny, con feritoie su due piani. A 0.20 ore da Prato Ciorliero dalla strada si stacca la mulattiera verso il Monte Oronaye e il Colle di Enchiausa. Al bivio una croce e una lapide, a questo punto conviene lasciare la carrareccia per scendere verso l’abitato di Viviere 1716 m, lungo la vecchia mulattiera. Dopo Viviere (pittoresco gruppo di case addossate le une alle altre su un piccolo dosso) in pochi minuti si perviene al villaggio di Pratorotondo 1689 m, che si attraversa fra due file di case (caratteristici la cappella dedicata ai Santi Defendente e Giovanni Battista, la piazzetta triangolare con fontana e un isolato campanile ottocentesco). All’uscita del paese non si deve risalire verso la rotabile, ma seguire sul fondo valle, lungo la sponda sinistra (orografica) del torrente, la mulattiera che porta a Chialvetta 1494 m; 0.25 ore e al Posto Tappa Osteria della Gardetta.

 

 

 

 

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